Dopo quattro ere geologiche trascorse dall'ultima volta che ho aperto il blog, ne sono capitate di cose. Così tante che non ho più ripreso a scrivere qui per molto tempo. Oggi finalmente la febbre che ho mi costringe a mettere le dita sulla tastiera per riuscire a scrivere -finalmente- qualcosa.
Nell'ultimo articolo avevo promesso aspre critiche all'organo Ciabatti della SS. Annunziata di Firenze. Così farò.
Anzitutto debbo dire che non sono molte le notizie che ho trovato riguardo al Sig. organaro Ciabatti, anzi diciamo nessuna [o, come si dice dalle mie parti, punte]: quindi sospendo il giudizio sulla sua persona per spostarlo su quella della sua (unica) opera che io conosco. Il suo organo, come già detto, si trova "accorpato" all'organo Vegezzi Bossi in sede di consolle. Ora questo fa sì che l'organista possa suonare contemporaneamente su entrambi gli strumenti. Magari questo non era nelle intenzioni del povero Sig. Ciabatti quando ha costruito il suo strumento, ma sono portato a credere il contrario dal momento che c'è la sua firma sulla consolle mobile che accorpa il Vegezzi-Bossi e il Ciabatti. Se così è, penso proprio che si possa ben dire "c'entra quanto il culo cole Quarant'ore", espressione fiorentina che intende sottolineare l'unione immotivata di cose completamente differenti, diciamo pure agli antipodi.
Il V.B. [Vegezzi-Bossi] è strumento ceciliano, pertanto è calmo, pacato, morbido, dalle sonorità ovattate, pienamente adatto per accompagnare il coro. Invece il C. [Ciabatti] è un'organo della tradizione italiana barocca, squillante, pungente, agile.
Se dunque si voleva dare agilità e potenza di suono al V.B. posso ben dire, dal momento che ho suonato lì, che l'organaro ha fatto una scelta sbagliata. Come si sente nel mio video il cantus firmus prevale troppo sull'accompagnamento. E dire troppo è poco. Aggiungo poi che pure la sistemazione non è una delle più felici: l'organo C. è collocato in una cappella laterale proprio a ridosso di un altare [ergo la cappella non è stata sconsacrata] da cui parte un tubo in gomma che lo unisce alla consolle mobile.
Certo io non sono un organaro e nemmeno un organista diplomato, ma da quel che sentito e visto posso ben dire che l'organo doveva esser rimandato al mittente dal momento che era stato costruito per accompagnare il coro, ma data la sua potenza più che accompagnare copre. E poi, dico io, è mai possibile costruire organi settecenteschi nel terzo millennio? il problema dell'organo italiano sono la presenza di un solo manuale, l'ottava corta sulla tastiera e sulla pedaliera e l'unione costante della pedaliera al manuale. Alla SS. Annunziata hanno già tre organi con tali caratteristiche, che bisogno c'era di fabbricare un altro simile organo?
Va be', ora smetto di inveire contro l'opera del Sig. Ciabatti anche perché gli ho dato troppa attenzione.
Prima di concludere però voglio informarvi che l'organo Paoli della Cappella dell'Annunziata è stato restaurato dall'ottimo Padre Alessandro, un mio collega di Conservatorio, che è stato così caparbio da andare contro tutto e tutti per rimettere a posto uno strumento che ormai era dato per morto. Bravo Padre Alessandro!
E con questo vi saluto augurandovi una buona giornata!