lunedì 3 gennaio 2011

Quando l'emergenza diventa cosa di tutti i giorni

Salve a tutti! E' da molto tempo che non scrivo sul blog perché mi sembrava di non aver argomenti interessanti da esporre; poi, finalmente ho capito che, per quanto noiosa e strettamente personale possa risultare, la mia esperienza può essere un valido argomento.
Già avevo parlato di  Emendamento d'Emergenza e avevo anche spiegato il limite dello stato di necessità. Tuttavia, ho potuto vedere coi miei occhi che alle volte non c'è assolutamente limite!
Mi spiegherò meglio: quando scrissi il post, ero nella situazione lì descritta, eppure pensavo che le cose sarebbero cambiate; invece non è accaduto. Anzi, per un certo periodo sono stato costretto a dover rimettere nelle mani del parroco il mio incarico. Il problema non stava (potrei però usare anche il presente) in chi suonava, ma in chi avrebbe dovuto cantare: non c'era mai nessuno disponibile a farlo! Ebbene, ora qualcosa si è smosso, però i frutti li vedrò molto, molto più in là nel tempo. Tutto questo parrebbe deviare dall'argomento proprio di questo post, ma non è così, poiché sono ancora nell'emergenza: infatti, ho abolito l'accompagnamento ai canti a tempo indeterminato a causa dell'assenza di un coro e, pertanto, ho dovuto accompagnare con brani autonomi parti della Liturgia che prima erano sostenute dal canto. Debbo dire che si è aggiunto il fatto che ho cominciato a studiare al Conservatorio, che "mangia" moltissimo tempo.
Ho cercato, allora, di poter inserire i pochissimi pezzi che sto studiando per il mio maestro all'interno della Messa. All'Offertorio ora eseguo "Ich ruff zu dirr, Herr Jesu Christ" di J.B.Bach (bellissimo!) e alla Comunione -ma solo quando l'assemblea non è numerosa- il "Preambolo" n1 dei "24 pezzi in stile libero" di Vierne.
Cos'è, allora, quello che voglio dire? Che non esistono limiti all'emergenza; tutto può andare anche peggio di com'è ora. Gli organisti, anche quelli della domenica, che lo fanno per pura passione e dedizione, non si abbattano! Se anche non facciamo tutto quello che dovremmo fare, ricordiamo però che stiamo facendo, che stiamo già rendendo un servizio a Dio e agli uomini quando ci sediamo e cominciamo a suonare. La qualità verrà col tempo.
Certo, e qui concludo, qualsiasi cosa, per quanto poca e semplice possa essere, deve subito esser fatta ottimamente, altrimenti è meglio non suonare. Il mio motto è "poco ma fatto bene". Il "tanto e fatto alla carlona" lasciamolo a chi vuol apparire.

Allego qui i pezzi che ho citato:
e poi: