Con questo articoletto, vorrei esporre i motivi che mi convincono ad eseguire certa musica da clavicembalo sull'organo. Anzitutto, è doverosa una premessa: è chiaro che questo genere di musica non sia in primo luogo sacra e, dunque, è anche chiaro che i momenti per tali "incursioni" clavicembalistiche cadano negli spazi già indicati precedentemente (leggasi il penultimo articolo).
E' innegabile. però, che certi componimenti siano veramente "belli", nel senso che sono capaci dare molto malgrado la diversità dell'occasione dell'esecuzione e dello strumento per cui sono state scritte. Il periodo aureo barocco, quello di Bach e Zipoli, vede una continua osmosi fra organo e clavicembalo: quasi identica è la tecnica per ambedue e l'andamento di certi brani.
E' innegabile. però, che certi componimenti siano veramente "belli", nel senso che sono capaci dare molto malgrado la diversità dell'occasione dell'esecuzione e dello strumento per cui sono state scritte. Il periodo aureo barocco, quello di Bach e Zipoli, vede una continua osmosi fra organo e clavicembalo: quasi identica è la tecnica per ambedue e l'andamento di certi brani.
Oltre a ciò, dobbiamo anche fare un'altra considerazione, un po' più terra-terra. Sappiamo bene che il clavicembalo necessita di esecuzioni veloci/sostenute e che l'organo, per converso, sa esprimere meglio la propria grandezza su velocità più moderate. Ma non è detto che l'organo non possa sostenere certe velocità (basti pensare alla "Toccata e fuga in re minore" di Bach). Allora, come fare a coniugare questi due aspetti all'insegna del momento liturgico cui facciamo sempre riferimento? Semplicemente "mettendo il pepe"(ossia la velocità) nei momenti d'inizio e di fine, quando c'è il confine fra tempo mondano e tempo liturgico. Lì tutto va bene, altrimenti tutto diventa un po' complicato. Certo è complicato per chi si trova a suonare all'interno di una celebrazione ordinaria (detta Novus Ordo), dove il momento dell'organo solista è limitato. Non è così per chi, invece, partecipa ad una celebrazione liturgica straordinaria (detta Vetus Ordo), dove completamente diverso è l'assetto musicale.
Non ultimo è il fatto che a strumenti diversi corrispondano generi diversi. Tuttavia, ripeto, certe volte possiamo scambiare gli strumenti, consapevoli, certamente, di re-interpretare un pezzo e quindi accettando anche le critiche del caso.
Non ultimo è il fatto che a strumenti diversi corrispondano generi diversi. Tuttavia, ripeto, certe volte possiamo scambiare gli strumenti, consapevoli, certamente, di re-interpretare un pezzo e quindi accettando anche le critiche del caso.
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