sabato 5 febbraio 2011

Organo e gregoriano: licet?

Da un po' di tempo medito su una vexata quaestio (questione complessa e controversa): l'accompagnamento organistico del gregoriano.
Anzitutto debbo fare una piccola digressione: il canto gregoriano è necessario e doveroso all'interno delle celebrazioni cattoliche. Tanti archeologi liturgici, che hanno amputato qui e là la liturgia cattolica tridentina in nome di una fantomatica purezza originaria, non si sono resi conto che il gregoriano è stato il primo canto dei Padri della Chiesa. Non si sono resi conto che il gregoriano è fratello dei canti bizantini che si riallacciano alla tradizione orientale. Non si sono resi conto che i canti orientali attali sono così vicini al gregoriano perché queste due tipologie sono imparentate (diciamocelo: non si sono resi conto di una beata mazza!).
Ebbene, stando così le cose, l'organista liturgico deve necessariamente scontrarsi con questo annoso problema dell'accompagnamento al gregoriano.
Chiariamo subito che il gregoriano puro e filologico va contro le basilari nozioni musicali del musicista moderno (p.e. non ha un tempo fisso rispettato, tutto si basa sulla metrica delle parole) e quindi dovrebbe essere impossibile accompagnarlo. Tuttavia, già da tempo il gregoriano viene scritto nelle chiavi moderne, con la notazione moderna (note e tempo) e così cresce la nostra tentazione di accompagnarlo.
Questo, allora, è quello che penso:
1) in presenza di religiosi o laici capaci (=che sappiano cantare) in sufficiente numero da poter dividersi in due voci - una per il solista e una per il responsorio- non si deve assolutamente accompagnare;
2) in presenza di religiosi o laici capaci (=che sappiano cantare) in numero scarso, far fare la voce del solista ai competenti e accompagnare una guida che diriga l'assemblea nei responsori;
3) durante le messe molto affollate, però, pur essendo presenti cantori capaci, è bene però accompagnare i responsori, perché la maggior parte dell'assemblea non li conosce e/o non sa cantare;
4) in presenza di religiosi o laici incapaci (=che non sappiano cantare) accompagnare sempre, ma con leggerezza, con registri dolci, tali da costituire una voce sussurrata che sia in grado di suggerire ma non di primeggiare.

N.B. La purezza del gregoriano primitivo non potrà mai più essere raggiunta. Chi cantava nei primi secoli dell'era cristiana aveva in mente una cultura musicale vicina a quella del modus gregoriano, perciò aveva una naturalezza d'esecuzione che noi, influenzati da secoli di storia musicale, non potremo mai più avere.
Se qualcuno la pensa di versamente accetto critiche...

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