In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». (Matteo VII, 1-5)
Chi è avvezzo a partecipare alla Messa cattolica ben si ricorda la versione
italiana del Confiteor, che presente la frase: "ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni".
Orbene, non è che mi sono trasformato in web-predicatore e per questo ho deciso di riportare quanto sopra: questo post, infatti, vuole essere una pubblica dichiarazione di scuse.
Con l'ultimo articoletto (Quei soldi andavan mandati in Africa!) ho fatto un gran minestrone, buglione, polpettone di elementi; purtroppo, il sapore di quelli sani è stato inevitabilmente compromesso da quelli avariati. Rivendico come obiezione sensata pensare, quando si parla del restauro di un organo, al futuro e reale utilizzo che si farà dello strumento. Forse, avanzo un'idea, in questi casi bisognerebbe rovesciare il motto cavouriano e fare prima gli italiani e poi l'Italia, ossia prima creare l'ambiente più adatto per il dialogo con lo strumento e poi restaurare lo strumento. E qui è riassunta la pars costruens (seppur presentata come destruens). L'ingrediente avariato, invece, è il ricamo ad personam costruito intorno a un argomento che, di per sé, è autonomo e sa reggersi in piedi senza che lo si puntelli con l'Accusa ed il Discredito.
Qualcuno potrebbe dire che nell'ambiente del web i toni si esasperano facilmente perché inconsciamente ci rendiamo conto che non affrontiamo faccia a faccia le cose, ma ci pariamo dietro uno schermo luminoso e -pertanto- sarei in parte giustificato. No, mi spiace, rinuncio a tale attenuante, ne va della mia intelligenza (almeno fino ad oggi ritenevo d'averne, non da vendere, ma in maniera sufficiente).
Perché allora ho scritto un pamphlet così acido e velenoso? Anzitutto perché ho uno "spirto guerrier ch'entro mi rugge" e poi perché ho contravvenuto alla regola aurea: non giudicare (Gesù a parte, se tutto il pianeta lo facesse si starebbe tre volte meglio). La coppia è veramente terribile, Bonnie e Clyde non son nulla a confronto e fanno meno danni. In riferimento a una sola persona, mi son permesso di giudicarne i trascorsi, la psiche, il comportamento e la moralità. Chi scrive non è allora un uomo presuntuoso, ma un padreterno malevolo! Il tutto è ancora più infamante dacché la persona in questione non ha la possibilità di offrire una replica altrettanto incisiva come un articolo, per quanto questo blog sia volutamente privo dell'approvazione per i commenti.
Mi potrei beccare una querela? Nomi non ne ho fatti, ma a me questo non interessa. Diciamo che se uno si preoccupa solo delle querele è un coglione. Sì, perché non si rende conto che alla base di una probabile e futuribile querela c'è un rapporto chiuso, spezzato.
Nei momenti di rabbia è facile, almeno per me, sbagliare "in pensieri, parole, opere". Sbaglio così bene che non ometto nulla! Il problema è che, quando uno ha sbollito la rabbia, si rende conto che 2/3 di quanto pensato detto fatto sia stato un totale annubilamento della ragione, frutto di una coscienza che non s'apre al confronto ma si chiude su sé stessa, e più si chiude più partorisce pensieri involuti e questi fanno sì che la cosa continui per diverso tempo.
Se allora questa è la mia vicenda, al lettore che gliene cale? beh, col senno di poi posso solo dire che l'organista deve esser sempre musicista, ossia deve mostrare la qualità principe di chi suona: l'onestà, senza la quale non si può ambire a credibilità e fiducia. Meglio calare tutti le carte che fare sempre buon viso a cattivo gioco e tenersi un fegato ingrossato che produce solo bile (per la metafora ringraziate Persio). Avere fiducia è una scommessa con il Nulla, ma è la stessa che tutti noi facciamo quando ci sediamo a suonare: speriamo che vada tutto bene, speriamo che non si rompa un tirante all'improvviso, che non salti l'alimentazione dell'elettroventola, che non rimangano incantati i registri etc.
Concludo rinnovando la mia richiesta di scuse al diretto interessato, a quel convitato di pietra sempre qui mai nominato ma che non ha un cuore di pietra e che pertanto è un uomo esattamente come me, un uomo che gioisce, soffre, sbaglia, agisce rettamente. Un uomo.
P.S. Il famoso libro più volte accennato è
Il corale. Nello stile di Heinrich Schütz e Johann Sebastian Bach
Ulrich Kaiser (Autore), G. Fanutti (Redattore), A. Piani (Redattore), E. Dandolo (Traduttore)
Non mi risulta disponibile da nessuna parte. Non avevo scritto il nome per paura che qualcuno si assicurasse l'unica copia a disposizione.
Ho recentemente finito di leggere (bastano sì e no 120 minuti per farlo)
G. V. Tannoia, L'organista liturgico, Stilo editrice 2009
un libro interessante perché dà consigli pratici. Specie per chi è alle prime armi è una manna dal cielo; l'unico difetto è che il sig. Tannoia scrive avendo sotto le mani un organo a 2 tastiere con pedaliera autonoma, senza considerare che l'Italia ha una cosina che si chiama "organo italiano" che fa saltare la gran parte dei suggerimenti dati. Vedremo di rimediare.
P. P. S.Perché non eliminare l'articoletto incriminato? Perché "quel che è fatto è fatto" e questa voglio che sia la filosofia del blog. Non deve essere perfetto, deve esser vissuto. Tuttavia, come ben si comprende, dati i motivi su indicati, qualora mi venisse chiesto, non potrei non procedere alla cancellazione del post.
Ho comperato e letto il libretto di cui sopra.
RispondiEliminaC'è qualcosa di più corposo, ma non un metodo per organo? Sono un pesta-tasti dilettante ed autodidatta.
Scusa per l'invasione.
Giuseppe
giuseppegerbore@virgilio.it
Caro Giuseppe,
RispondiEliminapurtroppo io finora non ho trovato nulla, tutto quello che so l'ho appreso con l'occhio e l'orecchio (e credo che la maggioranza degli organisti abbia scoperto l'impasto dei registri provando e riprovando...).
Se mi dici quello di cui hai bisogno posso provare:
1) a darti il mio parere,
2) a guardare se ho già del materiale da suggerirti;
3) a cercare del materiale.
Mi riferivo a consigli pratici su come accompagnare i canti. Alcuni li dà Tannoia, ma pochi.
RispondiEliminaFarò un giro alle Paoline o Dehoniane per vedere se trovo qualcosa.
Nel frattempo registro l'audio nelle varie chiese per studiarmelo poi a casa.
Giuseppe
P.S. Ho creato un gruppo facebook "Organo Musicale" (nome provvisorio). Aspetto adesioni.
Caro Giuseppe,
RispondiEliminase trovi qualcosa di buono nelle suddette librerie, auguri.
Proverò a cercare qualcosa io.
Certo è che il Tannoia fra le righe dice qualcosa di molto utile:
1) l'organo deve essere LEGGERMENTE più forte dell'assemblea;
2) l'organo deve avere il suo tempo e trascinare l'assemblea (ecco perché il punto n.1)
3) l'organo deve anticipare di poco anche il coro.
Questi consigli sono davvero preziosi!
Per il resto, l'unico grosso problema è la registrazione.
Se tu mi inviassi una mail con ogni singolo dubbio posso vedere di farci su un post.
Nel frattempo di ringrazio per aver commentato.