In questa seconda parte intendo passare in rassegna le critiche che avanzo alle direttive date dalla CEI. L'atteggiamento non vuol esser distruttivo, ma vuole far notare che le norme richiedono una revisione per far sì che si renda un giusto servigio alla Chiesa.
Partiamo con quanto dice ACRL:
Partiamo con quanto dice ACRL:
21. Il posto del coro e dell'organo
Il coro è parte integrante dell'assemblea e deve essere collocato nell'aula, tra il presbiterio e l'assemblea; in ogni caso la posizione del coro deve essere tale da consentire ai suoi membri di partecipare alle azioni liturgiche e di guidare il canto dell'assemblea1. È bene prevedere anche un luogo specifico per l'animatore del canto dell'assemblea.
Per un miglior rispetto dei ruoli celebrativi, è bene che il coro non si collochi alle spalle del celebrante presidente, né sui gradini dell'altare antico.
Nelle chiese in cui esiste una "cantoria" di interesse storico e artistico, collocata in controfacciata o sul lati del presbiterio, essa va conservata e restaurata con la massima cura, anche se di norma non risulta idonea al servizio del coro.
Gli organi monumentali di interesse storico, specialmente quelli a trasmissione meccanica, vanno conservati, restaurati con ogni cura e utilizzati con competenza a servizio delle celebrazioni liturgiche.
Il problema...(vedi sopra).
Laddove risulti utile, si può ricorrere a un secondo organo... (vedi sopra).
Nella scelta di nuovi organi a canne, laddove è possibile, si preferiscano gli strumenti a trasmissione meccanica. Anche in questo caso, il criterio determinante per la collocazione è quello del servizio al canto liturgico dell'assemblea e del coro.
Aggiungo, per completezza altri due passaggi fondamentali, il primo proveniente da Musicam sacram e il secondo da OGMR.
22. La «schola cantorum», secondo le legittime consuetudini dei vari paesi e le diverse situazioni concrete, può esser composta sia di uomini e ragazzi, sia di soli uomini o di soli ragazzi, sia di uomini e donne, ed anche, dove il caso veramente lo richieda, di sole donne.
23. La «schola cantorum», tenendo conto della disposizione di ogni chiesa, sia collocata in modo che:
a) chiaramente appaia la sua natura: che essa cioè fa parte dell’assemblea dei fedeli e svolge un suo particolare ufficio;
b) sia facilitata l’esecuzione del suo ministero liturgico[20];
c) sia assicurata a ciascuno dei suoi membri la comodità di partecipare alla Messa nel modo più pieno, cioè attraverso la partecipazione sacramentale.
Quando poi la «schola cantorum» comprenda anche donne, sia posta fuori del presbiterio.
312. La schola cantorum, tenuto conto della disposizione di ogni chiesa, sia collocata in modo da mettere chiaramente in risalto la sua natura: che essa cioè è parte della comunità dei fedeli e svolge un suo particolare ufficio; sia agevolato perciò il compimento del suo ministero liturgico e sia facilitata a ciascuno dei membri della schola la partecipazione sacramentale piena alla Messa.
Anzitutto partiamo col dire che non possiamo parlare di organo senza far riferimento alla schola cantorum poiché è l'organo che deve fare da appoggio ad essa e all'assemblea. Dunque, per parlare della posizione dell'organo bisogna anzitutto trattare della posizione del coro.
Anzitutto, possiamo escludere che il presbiterio accolga coro e organo: lo dice in nuce (cioè non esprimendosi troppo, dando per scontato molto) OGMR, lo afferma in parte MS (in parte perché si deduce che quando la schola è interamente maschile il presbiterio è accessibile), lo proclama ACRL.
Ebbene, perché non adeguarsi a quanto dice proprio l'ultimo documento e accettare che il coro è parte integrante dell'assemblea e deve essere collocato nell'aula, tra il presbiterio e l'assemblea; in ogni caso la posizione del coro deve essere tale da consentire ai suoi membri di partecipare alle azioni liturgiche e di guidare il canto dell'assemblea? Perché i documenti precedenti non dicono niente di tutto ciò. E se la CEI medesima, nelle persone dei suoi vescovi, compiono adeguamenti liturgici in palese contrasto con quanto è scritto nel presente documento (se andate sul forum Cattoliciromani.it potrete vederlo coi vostri occhi), non vedo perché io dovrei piegare il collo e accettare bovinamente un giogo di profonda sciocchezza. Il testo della CEI presenta una notevole forzatura rispetto a quanto detto dagli altri più autorevoli documenti e ne fa una lettura superficiale.
Se ci basiamo su OMGR e MS pensiamo che i Padri sì pensavano a una disposizione come quella ora data obbligatoria dalla CEI ma, al contempo, aprivano la porta a ad altri interventi come:
-rimozione delle grate dalle cantorie (peraltro rese obbligatorie in tempi non troppo oscuri);
-realizzazione di cantorie facilmente accessibili o esecuzione di interventi di stessa portata su quelle presenti.
Né OGMR né MS stabiliscono divieti, proprio perché dipende dalle situazioni e una soluzione non è migliore di un'altra a priori. Se prendiamo il caso delle cantorie, è ovvio che il modello non dovrà essere quello delle minuscole chiese di paese. Si realizzino cantorie larghe e spaziose, su cui chi canta sia ben visibile da parte dei fedeli, solo laddove c'è il posto, altrimenti c'è il rischio di mettere tutto davanti all'assemblea e i creare un "cuscinetto" umano senza motivo. Debbo ricordare d'aver visto che una larga cantoria di controfacciata si trova anche nelle chiese cattoliche di recente costruzione di area germanica. Ciò non fa altro che confermare le mie riserve sull'operato delle Conferenze Episcopali.
Volendo tirare una prima conclusione, si potrebbe dire che il Magistero ha detto che il coro deve mostrarsi come parte dell'assemblea e, quindi, poter partecipare agevolmente alla liturgia. Non ha dato -a ben vedere- soluzioni pratiche proprio per lo stesso motivo espresso nella prima parte di questo post, perché ogni chiesa è un mondo a parte.
La CEI invece pone un diktat, che possiamo leggere in "La progettazione di nuove chiese-nota pastorale":
15. Il posto del coro e dell'organo
Il coro fa parte dell'assemblea e deve essere collocato nell'aula dei fedeli; deve comunque trovarsi in posizione e con arredo tali da permettere ai suoi membri l'adempimento del compito proprio, la partecipazione alle azioni liturgiche e la guida del canto dell'assemblea.
Per ragioni foniche e funzionali, la collocazione dell'organo a canne sia studiata e progettata attentamente fin dall'inizio, tenendo conto del suo naturale collegamento con il coro e con l'assemblea.
La CEI invece pone un diktat, che possiamo leggere in "La progettazione di nuove chiese-nota pastorale":
15. Il posto del coro e dell'organo
Il coro fa parte dell'assemblea e deve essere collocato nell'aula dei fedeli; deve comunque trovarsi in posizione e con arredo tali da permettere ai suoi membri l'adempimento del compito proprio, la partecipazione alle azioni liturgiche e la guida del canto dell'assemblea.
Per ragioni foniche e funzionali, la collocazione dell'organo a canne sia studiata e progettata attentamente fin dall'inizio, tenendo conto del suo naturale collegamento con il coro e con l'assemblea.
Fatta la legge, trovato l'inganno: la cantoria è nell'aula. Sfido io a dire il contrario. Non si dice: "deve esser collocato nell'aula, tra i fedeli", ma: "deve esser collocato nell'aula dei fedeli." Quindi, se un valente architetto progetta una bella e accessibile cantoria, bisognerebbe costruirla.
Ciononostante, la CEI sembra suggerire un recupero dell'originale posizione del coro, ossia collocato nella navata proprio dinanzi al presbiterio.
Tuttavia, dovendo tracciare la storia della posizione del coro (perché -ricordiamolo- là dove c'è il coro si trova l'organo), ritengo necessario spostare tutto in una terza parte.
Nessun commento:
Posta un commento